Provviste # 17 - Sviluppi incontrollati



"Ci sono posti dove non puoi suonare male, che vuol dire suonare senza un senso per farlo, neppure se dai il peggio di te. Sono rarissimi questi posti. Sono contento di averne uno. Almeno uno ce l'ho." (Manuel Agnelli)


Un libro per raccontare 25 anni di Bloom, il locale di Mezzago, provincia milanese, che nel tempo si è guadagnato un posto d'onore tra i migliori crocevia alternativi d'Italia. Concerti memorabili, infiniti iniziative, cinema, libri, rassegne... Dai Nirvana (passati 2 volte) a Dario Fo, il Bloom ha tenuto a battesimo decine di futuri rocker di successo, è stato la culla di gruppi italiani come Afterhours (Manuel Agnelli scrive la prefazione) e Verdena, ha dato voce alle tendenze musicali prima che i più se ne accorgessero.
Il libro, curato da Massimo Pirotta e Aldo Castelli, esce per Vololibero Edizioni. In realtà è un mosaico di contributi regalati da decine di penne (Eleonora Bagarotti, Pierpaolo Capovilla, Cristina Donà, Steve Wynn, Roberta dei Verdena, Matteo Guarnaccia, Enzo Gentile, Luca Frazzi, Barbara Volpi, Mauro Ermanno Giovanardi, Mox Cristadoro e veramente tantissimi altri). Tra le quali, con piacere e onore, anche la mia.

Sviluppi incontrollati lo presentiamo a Spectrum, su www.linearock.it, lunedì 7 maggio alle 12.00 o alle 17.00 e mercoledì 9 negli stessi orari. Ospiti in studio Massimo Pirotta e Claudio Fucci.

La musica poliglotta


Non so quanto possa servire precisare che il reggae non mi piace. Però è quantomeno la verità. Per questo vi parlo di un disco reggae, perché se ve ne parlo nonostante quanto detto, la cosa si fa più interessante. Gli Spasulati sono calabri, nascono nel 1996 e significano "spiantati". Ecco, nel loro essere calabri (terra di cui m'innamoro più volte l'anno) è importante sapere che vengono da Santa Sofia d'Epiro, provincia di Cosenza, paesino di 3 mila anime sdraiato sulle colline tra lo Jonio e la Sila greca, dove si parla questa strana lingua chiamata Arbereshe, ovvero l'albanese antico. Eccolo allora il miracolo: la lingua. La vida è un album reggae/dub suonato con una la spontaneità bella di quando a mediare c'è l'esperienza, ma soprattutto è impastato con le mani, massaggiato, fatto lievitare, dove gli ingredienti linguistici sono l'inglese, l'italiano, il francese, lo spagnolo e l'arbereshe. "Molti studiano come allungare la vita quando invece bisognerebbe allargarla" diceva Luciano De Crescenzo. Bene, qui oltre alla vita si impara ad allargare i confini, le frontiere della parola, e quindi quelle delle braccia e del cuore. Non voglio dire che la contaminazione sia sempre foriera di bellezza. Ma di ossigeno, quasi sempre.

Spasulati, La vida, Mk Records, 2012.

P.s. Nel 2001, in Piazza Duomo, gli Spasulati hanno aperto il concerto di Manu Chao e si sono fatti volere bene da 100 mila persone. Ovvero 33,3 volte tante quelle che abitano a Santa Sofia d'Epiro.