Intervista per "Sound&Vision"

Pubblico l'intervista che il sito di informazione musicale "Sound&Vision" ha scelto di dedicarmi. Si va quasi a ruota libera!

Antonio Oleari è uno scrittore giovane e talentuoso, che con la musica lavora da anni.
Lo ritroviamo fresco della pubblicazione di un libro, “Demetrio Stratos, gioia e rivoluzione di una voce” che sabato 23 gennaio verrà illustrato proprio da lui in occasione di una serata con lo show degli Are(a)zione, a Vicenza. Lo abbiamo incontrato per capire di più quest’affinità tra musica e letteratura e del suo pensiero sull’arte.

- Parliamo di Antonio Oleari: giovanissimo scrittore e conoscitore di musica… Come è iniziata e si è evoluta negli anni la tua carriera ed esperienza nel settore?
Una cassetta di Emerson, Lake & Palmer a 14 anni. Un programma radio per convincersi che non ero il solo ad amare la musica degli anni ’70 (Prog Generator, su Radio Cantù dal 2005). I contatti con tanti musicisti della scena italiana di quegli anni, amicizie, numeri di telefono. La voglia di raccontare, un primo libro, Un viaggio lungo 40 anni – senza orario senza bandiera (uscito nel 2008 per Aereostella), dedicato a Genova, De André, i New Trolls, Riccardo Mannerini. Poi, quasi per caso, arriva Demetrio…

- Veniamo a bomba: hai pubblicato il libro “Demetrio Stratos, gioia e rivoluzione di una voce”, nel 2009 per Aereostella. Come è nata l’idea di scrivere un libro sugli Area?
Stavo cercando un argomento per un nuovo libro. Il tempo stava scadendo, dovevo far sapere all’editore l’argomento. Poi, in doccia, l’illuminazione: la storia di Demetrio. Alzo il telefono e prima che io dica qualcosa mi rispondono: “Lascia perdere quello che hai pensato, abbiamo noi il titolo. Devi fare un libro su Demetrio Stratos!”. Coincidenze? Preferisco parlare di destino…

- Il rock di oggi e di ieri visto da Antonio Oleari: come è cambiata la scena in oltre 30 anni, i protagonisti presenti e passati, i personaggi più influenti…
E’ cambiata tanto, troppo. Prima c’era una creatività diversa, innocente e spontanea. Ora la creatività è diventata obbligatoria. Altrimenti non ti fila nessuno…

- C’è un protagonista della scena musicale di oggi che può rievocare il personaggio di Demetrio Stratos? E perché?
Non credo. Nessuno è riuscito dopo di lui ad essere artista a 360 gradi: cantante ineguagliabile, artista contemporaneo, perfomer, sperimentatore, scienziato, antropologo, etno-musicologo, amante della psicologia, delle filosofie orientali… e potrei continuare.

- Tu inoltre fai parte della redazione di ContrAppunti, del Centro Studi per il Progressive Italiano: come è maturata quella scena, ad oggi un po’ meno in primo piano, purtroppo?
Oggi troppi tentano di imitare il passato. Alcuni invece fanno musica splendida e veramente alternativa. Il panorama musicale italiano è vivacissimo, dobbiamo convincerci di questo. Il CSPI di Genova è un gruppo di amici e studiosi del progressive rock che non vogliono far morire una scintilla nata più di 40 anni fa. Mi sono rivolto a loro per un aiuto nelle mie ricerche e non me ne sono più andato.

- Le ricerche vocali di Stratos e la varietà musicale degli Area…
Gianni Emilio Simonetti (filosofo e scrittore) dice: "Il canto è la voce liberata dalla menzogna di sembrare verità". Le ricerche di Demetrio trascendono. Trascendono tutte le certezze che crediamo di avere. E vanno oltre…

- Stratos faceva musica alternativa: a cosa? E oggi si fa ancora? E si può fare politica in musica, con risultati?
Demetrio disse una volta degli Area: "Ci sono cinque musicisti che hanno una rabbia repressa perché hanno suonato per tanti anni quello che volevano i padroni. Questo gruppo è stato il primo che un giorno ha detto di no e ha cercato di dare un taglio con la tradizione, portando avanti questa rabbia e cercando di dare qualità alla propria musica". Gianni Sassi (fondatore della Cramps Records) e gli Area avevano un obiettivo: culturalizzare la politica. Portare una generazione di giovani alla “consapevolezza”. Oggi invece si tenta di politicizzare la cultura. Sbagliato.

- Demetrio Stratos: la persona oltre il personaggio sul palco…
Un uomo solo davanti all’universo. Alla ricerca della verità, in ogni espressione della vita. Un uomo di gran cuore, amico di tutti, e sempre disponibile. Non sono le solite cose che si dicono di chi non c’è più, è il vero. Chiedete a chiunque lo abbia conosciuto, anche solo per un caffè.

- Come si può cercare di risollevare il destino e il presente della situazione dell’arte in Italia, dove chi non è mainstream non è molto conosciuto e dove sovvenzioni ed aiuti da istituzioni ed enti sembrano impossibili?
Non credo di essere la persona giusta per rispondere a questa domanda. Mi affanno in questo ambiente da troppi pochi anni. Alcune cose però mi sento di dirle. Per chi mangia musica: comprare i dischi ed esplorare terreni sconosciuti, senza atrofizzarsi. Per chi la musica la fa: accettare l’idea che il proprio prodotto possa anche fare schifo. Siamo pieni di musicisti che si lamentano contro un sistema corrotto e che non li capisce. L’Italia è il paese degli incompresi. Quando nessuno, o pochi, si chiedono se quello che fanno è davvero bello ed efficace.

Vicenza


Serata tutta speciale quella del 23 gennaio. Al Bar Sartea di Vicenza presentazione di "Demetrio Stratos, gioia e rivoluzione di una voce" + concerto live di Are(a)zione. La musica degli Area e di Demetrio Stratos rivive per una sera. Sarà presente anche UnoTv, la tv degli indipendenti. Pe info ecco il link dell'evento

Faber, 11 anni dopo...

Un anno fa ero in giro per l'Italia a presentare il mio primo libro. New Trolls, Mannerini, De André. Fabrizio nel suo decimo anniversario dalla morte. Quanto parlare, quanto tutto: concerti, mostre, speciali tv. E ora? Sono passati 11 anni, valgono meno? Su quella lavagna umorale che è diventata Facebook, pochi se ne ricordano. Perchè? Perchè ormai anche i nostri ricordi ci vengono indotti dagli altri. Non ricordiamo più nulla se non sono altri prima a farlo. Le nostre emozioni a volte mi paiono come bandierine che aspettano lo starnuto del gigante per poter svolazzare un pò. Bene, per me undici anni non valgono meno di dieci. Allora ciao di nuovo, Faber. Sei stato con me quando la mia vita cambiava, e io sono entrato un pò nella tua, quella di adesso, quella che vivi negli altri. Fai parte del mio collage di adolescente, di giovane, di studente, di imbarazzato scrittore. Ora se mio padre ti sente alla radio ti riconosce. E' il mio più grande successo. Ad multos annos,
antonio