Provviste # 7

Vittorio, in smoking, suona questa armonia struggente in mezzo al nulla e ti viene in mente la risposta che vi aveva dato a Giulianova, prima di suonare in pubblico per racimolare qualche soldo, Che brani suonerai? aveva chiesto Francesca, Suonerò me stesso aveva risposto lui, e ora sta davvero suonando se stesso e il silenzio ovattato dalla neve si riempie, e ciò che esce dal suo violoncello è irripetibile, e ciò che è irripetibile è perduto per sempre, e a quel punto, senza una parola, come se ubbidiste a un comando postipnotico, tu e Francesca scendete dall'auto...

Enrico Remmert, "Strade bianche", Marsilio, 2010.

L'intervallo che mi assilla

"L'Indro" è una specie di giornale on line. Dentro quel "una specie" c'è tutto quello che è.
Il fatto: a cura di Marco Nardini c'è una sezione chiamata "Cronache dall'aldiqua". Tra i giovani autori ci sono anch'io, che vi dico leggete il mio nuovo racconto (illustrato da MDB) e provate a vedere se i conti vi tornano: http://www.lindro.it/Intervallo
Me l'ero dimenticato...

Provviste # 6

Ad ascoltarla, la musica, si tenta di adottare generalmente la postura dello scrittore: il testo viene percorso e ripercorso come per tracciarne mentalmente un'immagine parallela, un simulacro, una sorta di riscrittura a partire dall'interazione di suoni appena recepiti.

Paolo Terni, Un vento sottilissimo, Sellerio, 2002.

Domani quando la pioggia

Se la bellezza delle cose seguisse un'equazione naturale, aumentando quanto più esse parlano di noi stessi, innescano compassione... allora i poeti greci sarebbero il mio specchio, pericolosamente disilluso. Guardate che vi sto facendo un regalo grosso:

Domani quando la pioggia cesserà
mi sentirai cantare
una seconda canzone, mia amata.
Mi sentirai dire:
quante case in questa terra,
che privilegio quello di essere uomo
e di amare quando tutti
hanno ormai compreso che sei
solo un uomo felice.

Domani, quando sarò un uomo felice
mi sentirai cantare
la silente monodia della solitudine.
Mi sentirai dire:
guarda il mondo come invidia la mia felicità.
Vorrei tanto anch'io invidiare
la mia felicità.

(Kiriakos Charalambidis, 1961)

Provviste # 5

Ormai si avvicinava il tramonto e la terra cominciava a raffreddarsi secondo le migliori tradizioni dell'eternità e le segretarie sciamavano come pinguini da Montgomery Street.

Richard Brautigan, Pesca alla trota in America, Isbn, 2010.

Provviste # 4

"E' il bagno" disse la moglie del commissario. "Ma vi supplico, non ditelo a nessuno!"
Accostatisi al bagno, Ciubikòv e Diukovski videro sulla porta un enorme lucchetto che pendeva.
"Prepari un pezzo di candela e dei fiammiferi!" bisbigliò il giudice istruttore al suo aiutante.

Anton Cechov, Il fiammifero svedese, Sellerio, 2002.

Provviste # 3

"Immobili, con occhi inquieti seguivano le nubi, che come cartacce sudicie volavano nel cielo, guardavano il flusso incessante delle onde, ascoltandone il solito ruggito. Gradualmente, in questa monotonia la loro disperazione si attutì, tornarono a scambiarsi qualche parola".

Rudolfs Blaumanis, La Zattera di Ghiaccio, Sellerio, 1995.

Provviste # 2

"Molti affermano che l'aurora boreale produce un suono, un fruscio smorzato oppure "un suono sibilante e crepitante, come una grande bandiera che garrisce in un vento sostenuto", come scrisse l'esploratore Samuel Hearne. E certi eschimesi dichiarano che le luci obbediscono a un fischio gentile e si avvicinano. Evocano facilmente sentimenti di ammirazione stupita e di tenerezza; l'effetto più straordinario che sembrano avere, tuttavia, è quello di attrarre l'osservatore quasi al di fuori e al di sopra di se stesso, perché conferiscono al cielo una terza dimensione di scala tanto immensa e di tanta bellezza da rendere impossibile l'autocommiserazione".

Barry Lopez, "Sogni Artici", Baldini Castoldi Dalai, 2006.