La musica di Spectrum

Da lunedì 3 ottobre su www.linearock.it torna Spectrum, il contenitore di musica rock a 360° condotto, pensato e già pre-digerito dal sottoscritto.


Due puntate alla settimana:
- la puntata A in onda lunedì e mercoledì sia alle 12.00 che alle 17.00, e il sabato alle 17.00
- la puntata B in onda martedì e giovedì negli stessi orari, e la domenica alle 22.00

Approfondimenti, novità, ristampe, anniversari, curiosità, libri, concerti, interviste, ospiti in studio. Dal rock al suo opposto, e ritorno. Ovviamente sulla web radio www.linearock.it

Musica e Vene

"Stamane ho raccontato tutto al sottile filo d’acqua con cui mi lavavo la faccia. Come era solita fare mia madre. Andava al lavatoio e confessava i suoi sogni all’acqua corrente. Solo così, diceva, potevano compiere il loro corso, realizzarsi, avere un ascendente su di noi. Sono partito a raccontare dalla fine, mentre la guardavo scendere nell’attesa che il boiler la trasformasse in tiepida, che calda è ormai un lusso..."

Sul Mucchio Selvaggio di Ottobre trovate il nuovo racconto della rubrica Musica e Vene: Chet.

Italia&Vespa

"Il Cittadino" del 3 settembre 2011.

Parlano, i chilometri

Posto anche qui quanto ho scritto per il sito web "Medinforma" riguardo al mio viaggio. Sono pensieri sparsi, come sempre, quelli che ti saltano fuori quando c'è qualcuno che te li chiede...

La mia grande Italia su una piccola Vespa

Quando dopo 4.000 km ho imboccato la mia via delle Colline tutto mi sembrava identico a come l’avevo lasciato. Evidentemente i chilometri cambiano le persone, più che i paesaggi. Per quelli ci vuole il tempo, che di solito viaggia più lentamente dei chilometri. La casa era vuota, caldissima, si respirava a fatica. Sapevo in quale cassetto avrei trovato il tricolore, l’ho appeso alla porta d’ingresso esattamente alle spalle della Vespa, ho impostato l’autoscatto e mi sono fatto l’ultima foto della vacanza: il giro d’Italia, così, nella mia solitudine anche all’arrivo, era davvero completo. La doccia poi. Tiepida e lunghissima. Mi sembrava lavasse via una scorza di polvere e vento, olio motore, benzina, salsedine, neve (ho trovato anche quella sulle dolomiti) che in tre settimane di viaggio la mia pelle aveva accumulato. Facevo i conti: 15 regioni attraversate, 43 provincie (me le sono segnate tutte prima che spariscano dalla cartina), 200 litri di benzina verde, 2 chili d’olio a due tempi, tre candele, un incidente, un piccolo furto subito, e centinaia di occhi da mettere in fila insieme alle strette di mano, le storie raccontate, le confidenze fatte proprio a te, che sei un viaggiatore, e dunque i segreti ti si possono dire perché tanto non conosci le persone interessate, e poi domani mattina già non ci sarai più, sarai sopra un’altra strada, in un’altra regione, al mare o in collina. Ricordo ancora la prima persona che mi ha rivolto la parola dopo essere partito da casa, il mattino presto di giovedì 4 agosto: il custode di un piccolissimo cimitero in Emilia dove mi ero voluto fermare a salutare un amico che riposa lì. Si era stupito di come la mia Vespa fosse organizzat a e caricata con criterio. Chiese dove stessi andando, e fu lì che iniziai la mia lunga sfilza di bugie: in Toscana, risposi. In Toscana avrei risposto Roma, a Roma avrei detto Campania, in Campania iniziai a dire la verità: Palermo. Non mi andava di scoprire da subito i miei piani, come in una forma di scaramanzia che si dice a mente “iniziamo ad andare fin lì, poi vediamo…”, come se non volessi attirare troppa attenzione dicendo tutta la strada che dovevo fare, oppure semplicemente non volevo farmi dare dell’imprudente ogni volta, e quindi accorciavo il tiro. Le ultime persone, invece, sono stati due amici. Andrea e Giorgio, anche loro in moto, incontrati a qualche centinaia di metri dal cartello Meda. Tornavano dalle Dolomiti, anch’io venivo da lì, lungo un’ultima tappa che mi portava da San Vigilio di Marebbe (Brunico) a Meda, 380 km e quasi dieci ore di sella.

Sulle Dolomiti ero arrivato da Napoli, per un itinerario di ritorno assolutamente non previsto. Dopo i 2.000 km fino a Palermo il mio viaggio avrebbe voluto proseguire in nave fino a Cagliari, per poi risalire la Sardegna lungo la costa ovest raggiungendo Porto Torres e da lì tornare a Genova. Ma i traghetti tra la Sicilia e la Sardegna sembrano rari anche in pieno agosto, e per paura di rimanere troppi giorni giù dalla sella ho scelto di risalire l’Italia dall’altro lato dello stivale. Da Napoli all’Aquila, dall’Aquila a Pesaro, da Pesaro e Vicenza, da Vicenza a Brunico dove mi aspettavano quei due biondi teppisti dei mie nipotini. Un ritorno inaspettato e bellissimo tra la natura del Sannio, del Matese in Molise, degli altipiani d’Abruzzo, le colline umbre, così diverse da quelle marchigiane, la mondanità romagnola, i campi di grano del ferrarese, le verdi colline vicentine, il Piave risalito verso Belluno, e poi lo spettacolo delle Dolomiti, il Passo Falzarego vicino a Cortina su cui arrivo con spiegata al vento la bandiera gialla e rossa della Trincacria a ribadire il concetto che l’Italia, io, me la sono fatta tutta. La gente guarda allibita, inizia a chiedere se può scattarti una foto, chiama gli amici a vedere “da dove arriva questo ragazzo”, domandano tutto, anche se la Vespa è truccata.

No, la mia Vespa non era truccata. Era truccato il mio animo, così lontano da quello che una volta avrebbe accettato una rilassante vacanza sopra spiagge di sabbia fine e locali notturni. Ho dovuto dargli retta, inseguirlo fino alla fine, il mio animo. Era come un’ombra sfuggente, che anche nella più deserta pianura sapeva dove nascondersi. Eppure a momenti, con la coda dell’occhio, quando attraversavo le vie di qualche città, lo vedevo riflesso nelle vetrine dei negozi. Aveva un casco giapponese bianco e rosso, la linea goffa, il sedere grosso, ma le spalle larghe. E non so se era la giacca a vento della moto o l’essere diventato un po’ più grande…

Voglio ringraziare tutti gli amici che hanno (in)seguito nei modi più vari il mio viaggio. Spero di avervi portato un po’ in sella, anche solo per qualche chilometro, ed essere riuscito a farvi assaporare il vento in faccia. La libertà.

Genesis - The definitive collection

Sono da sempre l'ago della bilancia. Se ami i Genesis sei e sarai sempre un certo tipo di fruitore di musica, se li odi ne sarai uno (quasi) all'opposto. Ma c'è persino la terza variante: potrai essere pure, magari senza saperlo, uno che i Genesis sì li ama, ma fino a un certo punto, fino a un disco o a un anno, e poi li odia. Mai nessuno nella storia del rock è riuscito a dividere, e quindi a unire, così tante persone sotto il proprio nome.
Tutto cominciò in una scuola privata del Surrey, dove evidentemente per resistere bisognava evadere, se non con il corpo, almeno con la mente. Creare mondi, ricostruire ciò che gli occhi vedono ma non sanno descrivere, disegnare una musica che sapesse adattarsi a ogni superficie dell'animo e dell'immaginazione. Peter Gabriel fu da subito il sacerdote di un rock messianico, quasi profetico fin dal titolo del loro primo e oscuro album, From Genesis To Revelation.
Manca solo questo nel lunghissimo elenco di titoli che stanno per arrivare in edicola con Tv Sorrisi e Canzoni e Corriere della Sera. Si chiama "Genesis - The Definitive Collection" e si propone di ricostruire l'intera carriera del gruppo. Dai (quasi) esordi di Trespass (disco illuminante per l'anno in cui esce, il 1970), passando per i classici facili da amare come Nursery Cryme, Foxtrot e Selling England by the Pound. Qualcuno avrà la possibilità finalmente di vedere entrare in casa dischi che negli anni hanno mantenuto un prezzo di copertina piuttosto elevato: mi riferisco per esempio al capolavoro in doppio cd, The Lamb Lies Down on Broadway. E poi arrivano i dischi del dopo Gabriel, gli anni '80, addirittura i controversi e rinnegati (da molti) '90. Fino all'ultimo tour, quello dell'inattesa reunion, con il triplo dvd When in Rome che riunisce per intero la musica e le immagini della storica serata del 14 luglio 2007 al Circo Massimo di fronte a 500 mila persone.
Per una volta avere tutto insieme potrà aiutare a schiarirsi le idee. O magari cambiarle radicalmente.

Il piano dell'opera prevede 2 cd per ogni appuntamento: la prima uscita sarà in edicola dal 20 settembre con Trespass e Nursery Cryme, al prezzo di 12,90 euro (prezzo rivista e quotidiano escluso) e il cofanetto in regalo. Con la terza uscita, oltre al doppio The Lamb Lies Down on Broadway, ci sarà un libro inedito in omaggio sulla storia del gruppo.
Chi scrive ha assaggiato in anteprima, e ora vi passa il cucchiaio.

Sul ritorno


Un viaggio senza destinazione, significa destinazione
(Paolo Benvegnù)

Quanto ho seminato, dove ho seminato. Ho seminato nelle discariche abusive, tra le mele del Trentino, lungo centinaia di case cantoniere, dentro le rocce che scendono al mare, sulle panche di qualche chiesa, sotto le pensiline dei distributori di benzina, dentro bar che facevano anche da barbiere, tra le bufale della Campania e le vacche dell'Alta Badia; ho seminato in case di sconosciuti, in letti che non erano mai il mio, in mezzo ai boschi o sulle statali dal profumo di pneumatico; ho seminato a gocce dentro la mia miscela di paura, sfida, coraggio e libertà; ho seminato pezzetti di pelle, ho seminato parole tagliate da sorrisi, ho seminato tra palazzi crollati e palazzi a vetri; ho seminato dentro le rughe che nascono tra uomini e animali, fra uliveti infiniti e altrettanto infiniti campi di granoturco, immaginavo le risaie, immaginavo il mondo, lo ricostruivo partendo dalla mia terra; ho seminato domande, richieste, dubbi; telefonate, soldi, scambi, favori, promesse; ho seminato i francobolli dei miei mesi passati a seminare male.
Ero partito convinto di raccogliere. E invece ho seminato.

(L'Italia in Vespa, in solitaria, 4-25 agosto 2011)

a tutti quelli che mi hanno chiesto che fine avessi fatto...