Da isola a isola

Giovedì 3 marzo, ore 18:00
Presso la libreria “Piazza Repubblica Libri”,
Piazza della Repubblica 23, Cagliari
ANTONIO OLEARI presenta il suo rock-romanzo

DESTINAZIONE ISOLA DI WIGHT
(Aereostella Edizioni, pp. 192)


Conduce l’incontro il giornalista CLAUDIO CUGUSI
Ospite d’eccezione (in attesa di conferma): CLAUDIO ROCCHI

Il libro
È l'estate del 1970 e Alex, milanese dalla pelle scura, ha solo diciotto anni. Sua madre è una groupie scappata di casa; lui è un fan dei Beatles; suona il flauto nella banda e ha tanta voglia di normalità. Un giorno, il suo amico Orfeo si presenta a casa sua con una due cavalli arancione e una cartina stradale dell'Europa. Destinazione: l'Isola di Wight, un lembo di terra a forma di diamante, incastonato nella costa sud dell'Inghilterra. Inizia, così, un viaggio on the road, tra la Francia e la Gran Bretagna, che è anche un po' una ricerca di se stessi. Alex si ritrova, tra il 26 e il 30 agosto del ’70, insieme ad altri seicentomila ragazzi, ad assistere a una cinque giorni di musica con i più grandi nomi del rock: Who, Doors, Jethro Tull, Miles Davis, Chicago, Joni Mitchell, Jimi Hendrix, Ten Years After, Leonard Cohen, Joan Baez e tanti altri...
Il Festival di Wight cambierà per sempre la sua vita. All'insegna del motto “peace & love”, tra amicizia e amore, conoscenza e stupore, Alex comincerà a scrutare le cose e le persone con uno sguardo diverso, scoprendo che è più sano cambiare se stessi che gli altri.

Sito dell’editore: http://www.aereostella.it/

Comunione e Liberazione, atto II, set all'estero

F. ha letto il mio post. E subito mi ha scritto su facebook questo suo racconto, la sua esperienza irlandese, a Dublino. CL arriva anche lì, ma ormai non ce ne stupiamo. Eppure io mi indigno sempre, è più forte di me. Non mi indigno per tutte le cose ingiuste, ma solo per alcune. O meglio: per alcune mi viene molto meglio.
Odio i crimini legalizzati, le mafie travestite, l'ipocrisia vista e fatta passare. Oh, ma quanto puzzano di vecchio certe cose. Tutti vedono, tutti possono parlare, pochi lo fanno, niente cambia. Mi ricorda il medioevo. E dal medioevo un sacco di gente spedisce ancora souvenir.

Marzo. Parto con un progetto organizzato dall’Università e arriviamo in questa scuola di lingue. Veniamo accolti da un gruppo di italiani che la prima sera, al pub, ci fanno l'interrogatorio, e poi scatta la domanda "sei del "movimento"? "No. E ne voglio stare alla larga." "Bene, sappi che il direttore di questa scuola è del movimento e qui lo siamo tutti". Da quel giorno ho evitato gli italiani come la peste, cosa che avrei comunque fatto. Schifoso. Torno a maggio, per cercar lavoro e incontro di nuovo una ragazza di quel gruppo e mi fa: "Senti, se vuoi lavoro io conosco il direttore di *** (una catena prestigiosa di bar/ristorante/cioccolateria), se vuoi posso metterci una buona parola ma tu devi dire che frequenti il movimento, vedrai che ti prendono" ."No grazie, faccio da sola". Il punto è che io lì avevo già mandato un CV e mi avevano contattato per un colloquio. Ma ero ignara del fatto che fossero ciellini. Bene, dopo l'incontro con quella ragazza mi è arrivata una mail che diceva che non erano più interessati. Coincidenze? Lei, ciellina, lavorava per loro. Tutti gli altri ciellini della scuola lavoravano lì, e il mio inglese è anni luce più avanti del loro. Roba che nemmeno riuscivano a capire le ordinazioni. E quando un ciellino tornava in Italia, lui stesso nominava il suo sostituto. Ovviamente ciellino. E così ho dovuto optare per ***, prendere 7 euro all'ora invece di 11, fare orari impossibili in un ambiente sporco e poco sicuro, coi fili scoperti sotto il bancone e le scale del magazzino piene di rifiuti che non riuscivi a passare quando dovevi portar giù le casse d'acqua o delle bibite, o i cartoni delle sigarette. Ma il punto non è questo, ho amato quel lavoro anche se a volte mi hanno trattata proprio male: l'ho amato e mi ha permesso di passare i mesi più felici della mia vita fino ad oggi, e di imparare cose sulla vita, e su di me, che mai avrei scoperto. La cosa che mi fa incazzare è che per tirarti dentro nel giro, ti tentano come il demonio quando sei vulnerabile e in difficoltà. E io, appena arrivata in Irlanda, senza una casa, coi soldi contati e un pacco di CV e tante speranze, porca miseria, vulnerabile lo ero proprio. Coglioni.

(F.)

Comunione e Liberazione, per tenere la lingua asciutta e non sul culo

Da che si era unito a loro ogni aspetto della sua esistenza aveva riacquisito un senso. Giovane, fragile come un luogo comune, l'adolescente Timo aveva molto patito, fin quasi ad ammalarsene, quella che credeva una condizione solitaria e peculiare: la ricerca di purezza e di elevazione in un mondo che non ne prevede affatto, si direbbe mai. [...] Intanto Timo era divenuto un brillante studente universitario, portava la sua Fede negli studi di Economia, "perché dal modo in cui essa è gestita dipendono gli equilibri del mondo"; se lo ripeteva ogni giorno, camminando il bel chiostro doppio della Cattolica, i suoi verdi giardini curati. [...]
[...] Ma la sua posizione adesso è delicata, tanti sanno che adesso lui sa, alcuni ne parlano, altri bisbigliano alle sue spalle, e improvvisamente si sente braccato, addirittura in pericolo. Decide allora per la fuga repentina, sì, anche lui...

Perché scegliere la letteratura e non la chiacchiera, non fermarsi lì, all'accusa infuocata, controbattibile, quella che poi alla fine lascia con un senso di impotenza frustrante, tutto tranne che conciliante, anzi annebbiante (e il fuoco monta, si nutre di altra rabbia)? Perché per certe cose bisogna astrarre, prendere forza dall'immaginazione, anche quando è angosciante più della realtà. Ecco il motivo per cui vorrei un giorno scrivere come Giulio Casale. Qui sopra ho fatto un collage di un suo racconto, prendendolo dalla raccolta Intanto Corro uscita per Garzanti, il regalo di Natale (rigorosamente consegnato a Febbraio) del mio alter ego letterario Barbara. Avrei potuto ritrascriverlo tutto, ma non si può e non voglio.
La doppia consonante sacra agli dei non viene mai citata: CL. Ma è un patto sottaciuto, tutti sanno, tutti capiscono, ci arrivano. E anche per questo il senso è di realtà ironica, sadica, ingiusta.
Per una volta smetto di postare su questo blog avvisi, pubblicità di cose che faccio e a cui vorrei voi deste attenzione. Ma non lo faccio per dare sfogo a una filippica. Prendetela ancora per una pubblicità, o un consiglio (che suona meglio). I racconti di Giulio Casale. Leggeteli. Comprate il libro anche solo per completare la lettura di questo suo In fuga. Mi risparmierete vene gonfie e tempie arrossate al bar, quando mi infervoro contro una delle realtà più squallide di cui il mio paese mi fa vergognare. La letteratura, l'arte, dicono meglio. Pungono e sono scomode. Per questo fanno effetto. Affidiamoci a loro, diamogli voce. Questo è solo un breve racconto, ma è quello che vi farei leggere non appena le vostre labbra si fossero appoggiate ai miei timpani pronunciando la doppia consonante sacra agli dei. Farisei che comprano la stola senza avere il porto d'armi.

Spectrum n° 25 - Bernardo Lanzetti The Voice Impossible!

(Bernardo Lanzetti, Marco Garavelli & Me)

Puntata n. 25 di Spectrum
BERNARDO LANZETTI

lunedì 14 e mercoledì 16 febbraio
ore 12:00 e 17:00

Ai microfoni di Linearock una delle voci storiche del rock italiano: Bernardo Lanzetti! Viaggiatore del mondo musicale, vocalist di Acqua Fragile prima e PFM poi, compositore e perfomer di grande successo anche all'estero.
Oggi a Spectrum presenta una doppia uscita: DYLANZ, un omaggio alla poesia di Bob Dylan con 10 cover e un inedito, e BLUESLANZ, dal rock al blues con naturalezza e voglia di sperimentare.

Una lunga (e a tratti commovente) chiaccherata insieme a Bernardo. Una playlist per esperti (e curiosi). Doppio appuntamento (14 e 16 febbraio), doppio orario (12:00 e 17:00), una sola radio: www.linearock.it

Il sito di Bernardo Lanzetti: www.bernardolanzettifansclub.com

Spectrum: Vespa, Rock & Patagonia!


Puntata n. 24 di Spectrum
LA VESPA!
lunedì 7 e mercoledì 9 febbraio
ore 12 e 17

Un'ora dietro a un simbolo, una moda, un'icona, un mezzo di trasporto (il migliore) per girare il mondo: la VESPA. Musica e cultura giovanile, rock e capigliature. Milano, Crema (?), Londra, U.S.A. fino in... Patagonia!

Il vespista Lorenzo Franchini ci parla del suo viaggio più incredibile: quasi 5.000 km lungo l'Argentina alla volta della Terra del Fuoco, ultimo lembo di terra prima... del nulla!
Un viaggio diventato libro, Hasta la fin del mundo... in Vespa!

Puntata di Spectrum su due ruote (quelle della Vespa), due appuntamenti (7 e 9 febbraio), due orari (12:00 e 17:00). La radio? www.linearock.it (dove trovi, sulla pagina di Spectrum, anche tutte le playlist delle puntate precedenti)

info su libro: http://findelmundovespa.blogspot.com/