"Loro Eccellenza": giovani che non sanno essere giovani

Nei licei di Palo Alto, dentro il cuore della ricchissima Silicon Valley, il tasso di suicidi è quasi cinque volte superiore alla media nazionale. Questo lo dice la rivista Atlantic in un articolo che potete trovare qui.
La domanda è scontata quanto immediata: perché proprio qui? 
Che i suicidi abbondino là dove si vive in comodissime villette a due piani con piscina, è un vecchio cliché nemmeno troppo infondato: il ricco è triste perché ha tutto. Ma questo è un benessere diverso: siamo nella Silicon Valley, nel cuore pulsante del Mondo, uno dei luoghi più innovativi che esista. Non c'è spazio per tristi storie di figli di papà rovinati da alcol e droghe. Qui si studia e si lavora sodo, la vita piena ce l'hai, altro che vuoto da colmare. Nei licei di Palo Alto entrano ragazzi destinati a cambiare il mondo. Cosa dovrebbe spingere allora un ragazzo come Cameron Lee, uno dei migliori della Gunn High School, a gettarsi sotto un treno in corsa?
"Le risposta principale" scrive sempre l'Atlantic, "ha a che fare con l'eccessiva enfasi che le scuole e le famiglie mettono sull'eccellenza."

1° racconto
Settimana scorsa faccio supplenza in una quarta liceo. I ragazzi mi conoscono già perché li ho tenuti per circa un mese nello scorso anno scolastico. Quando entro urlano tutti gasati. 
Dopo un'ora passata chi a studiare chi a controllare di sfroso il cellulare, la campanella suona e tutti si fiondano fuori. Rimane solo lei che mi si avvicina decisa con il suo Ipad in mano e mi dice: "Prof, legga. L'ho scritto per il giornalino della scuola, dica qualcosa."
Leggo un articolo ben fatto sui recenti fatti di Parigi, forse un po' retorico, ma ben fatto. Rimetto il tablet tra le sue mani. 
"Brava, quindi ti piace proprio... scrivere, intendo. Farai la giornalista?"
"No, prof. Ci ho già rinunciato!" risponde lei tagliando corto.
"Ma come?"
"Sì per forza, io non voglio mica finire a scrivere per un giornaletto qualsiasi della zona."
"Beh, ci puoi passare anche. Si fa così per arrivare in alto, se lo si desidera forte."
"Ma no prof, io voglio essere Oriana Fallaci 2. Ma siccome di Fallaci ce n'è una sola... E' impossibile diventare come lei. Inutile provarci."
"Beh, però..."
"Prof è così. Ormai è tardi."
"Quanti anni hai?"
"Eh, quasi 18." 

2° racconto
Questo ragazzo fa la terza liceo. E' bravissimo, scrive e si esprime come uno studente universitario. I suoi temi non hanno un segno rosso. Però chiede di fermarsi al pomeriggio, vuole che gli dia consigli di scrittura. Parliamo.
"E' che prof io non so cosa scrivere."
"In che senso? Scrivi quello che ti piace, no."
"Sì lo so, ma potrei scrivere qualsiasi cosa e alla fine non scrivo niente."
"Boh, non ti capisco."
"Prof, cioè, alla fine, io penso: siamo in 7 miliardi su questa terra..."
"Sì, più o meno sì"
"E'... Cioè perché dovrei arrivare io e scrivere cose che interessano alla gente?"
"Sì ma tu sei in terza superiore. Puoi scrivere semplicemente perché ti dà piacere."
"Dice?"

Allora penso che bisogna eccellere. Che la scuola è la scuola dell'eccellenza. Che il fantasma di essere nessuno adesso ti insegue già prima di avere la patente. Che devi scegliere bene, che i tempi vanno bruciati, che la balia che ti pulisce il culo deve parlare cinese così imparerai le lingue, che andrà a studiare all'estero così poi. Che io leggo continui buoni propositi ma alla fine mi accorgo che remiamo tutti dalla stessa parte, che non conta chi sei ma cosa sai fare, che in questa scuola e in questa società senza umanesimo non frega nulla se sei o non sei un buon cittadino, frega che i soldi e il tempo siano ben investiti. 
E poi alla peggio si finisce investiti.

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