Tempus (re)fugit!

Mentre a Genova, sul mare, passa un'ora, all'Aquila, 700 metri più in alto, passa un'ora e un milionesimo di secondo.
Mi chiedi insistentemente dove ti porterei in vacanza per l'estate. All'Aquila, è lì che ti porterei. Perché l'ho letta sul giornale questa storia della relatività del tempo, ed è da ieri che non faccio altro che pensare a come guadagnare un milionesimo di secondo all'ora. Oppure due, se campeggiassimo in cima al Monte San Primo, di fronte al lago di Como.
Dobbiamo guadagnare, cara. Guadagnare tempo. Ti guardo e mi dico che non c'è tempo da perdere. Già lo sento il suono, la vibrazione delle corde vocali, il profumo delle parole che saremo costretti a dirci quando ci accorgeremo che il tempo insieme, purtroppo, sarà già volato.
Benissimo, che voli. Ma noi andremo a vivere all'Aquila, dove guadagneremo 24 milionesimi di secondo al giorno. Ventiquattro milionesimi di secondo in più da passare insieme. Ci pensi?

Ma poi arrivano questi moderni scienziati. Arriva questo DeWitt con la sua fisica quantistica. Lo sai tesoro cos'è la fisica quantistica? No? Nemmeno io. Senti qui: "... l'altra scoperta fondamentale della fisica del Novecento: la natura quantistica, cioè granulare e probabilistica, della materia e della radiazione".
Lo sai cosa dicono questi? Che il tempo non esiste. Vado avanti, ascolta: "Per sapere l'ora, cioè misurare il tempo, possiamo guardare la posizione del sole nel cielo. Per avere più precisione, guardiamo un orologio. La posizione delle lancette del mio orologio indicano che il tempo è passato. Ma come faccio a sapere se il mio orologio misura davvero il tempo "vero"? Beh, lo posso controllare con l'ora esatta diramata da un centro ufficiale. Ma come faccio a sapere se quell'orologio misura il tempo "vero"? Lo confronto con un altro orologio ancora... E' chiaro che c'è un problema. Tutto quello che noi osserviamo sono lancette di orologi, oggetti che si muovono, la posizione del Sole nel cielo... Non vediamo mai "il vero tempo". Solo oggetti che si muovono".
Oddio. "E Newton scriveva che l'esistenza di una variabile tempo è solo un'ipotesi, che mette ordine nelle nostre osservazioni sui movimenti degli oggetti. Osserviamo dove si trova un oggetto quando un altro è in un certo luogo. Ma ciò che osserviamo sono solo posizioni di oggetti, non il tempo in sé".

Il tempo non esiste. Forse è davvero così, amore mio. Inutili le vacanze, inutile andare fino all'Aquila. Proporrei il giardino, una sdraio, del tè freddo. Osserveremo da qui, dal posto in cui abbiamo passato ogni agosto, l'immobilità in cui viviamo.

Epilogo:
Lei, scrutando con attenzione il lento e annoiato spostamento dell'oggetto-marito-in-infradito verso l'oggetto-sdraio, si sentì profondamente arresa. E pensò una cosa. Quel movimento così odioso ed inetto forse non indicava il tempo in sé, ma era la scientifica, inconfutabile prova di dieci anni buttati nel cesso.

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