Marzo 2015.
Baku è nei giorni del Novruz, l'antico capodanno persiano in cui si festeggia l'arrivo della primavera. Le scuole sono chiuse, la gente si trasferisce in centro per festeggiare. La notte qualche fuoco si accende attorno alle mura della città vecchia e i giovani ballano in cerchio con rapidi passi dei piedi. Baku è una città divisa tra tradizione e voglia di modernità, di Europa, di Occidente. Il vetro e l'acciaio delle costruzioni più recenti si unisce alla pietra della città vecchia, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Nei miei 4 giorni in Azerbaijan ho avuto la sensazione di un Paese costretto a nascondersi, obbligato a mostrare solo il lato migliore di sé, fatto di gente semplice dal sorriso appena accennato. Un Paese di frontiera (qui da sempre occidente e oriente si incontrano) in un periodo della sua storia decisivo per dettarne il futuro.
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Baku, panorama |
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Una famiglia si gode un giro sopra la discutibile riproduzione di una gondola veneziana |
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Baku, ritratto |
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Baku, ritratto |
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L'artista Farid Rasulov nel suo studio |
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Baku, Città vecchia |
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Baku, Città vecchia |
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Baku, una giovane danzatrice in abiti tradizionali |
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Baku, venditore ambulante |
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Baku, una compagnia di ballo si esibisce sul palco della festa di Novruz |
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Baku, pubblico davanti al palco della festa di Novruz |
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Baku, festa di Novruz |
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Baku, ritratto |
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Baku, Heydar Aliyev Centre |
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